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A proposito di inglese e seconda lingua all'Esame di Stato 2016 (e futuri)

26/2/2016

 

Il liceo delle scienze umane indirizzo economico sociale prevede tra le altre materie anche lo studio di due lingue, inglese e francese oppure inglese e spagnolo; il piano di studi di questo indirizzo scolastico è piuttosto ambizioso in quanto propone, oltre alle due lingue, economia diritto filosofia e scienze umane, offrendo quindi un’ampia diversificazione di scelte dei nuovi indizi di laurea e conseguentemente di professioni di una certa qualità.
Orbene, il fatto per cui ci troviamo qui a discutere è che quest’anno il Ministero ha deciso di mettere come esterna la lingua spagnola, una sorpresa per docenti e studenti e naturalmente molti hanno ritenuto che questo escludesse ipso facto inglese; di conseguenza il pensiero è stato che gli studenti avessero brindato al fatto che da febbraio in avanti avrebbero avuto una materia in meno da studiare perché non sarebbe stata presente alla maturità. Pensiero rivelatosi poi inconsistente (almeno nell’esperienza della scrivente), perché gli studenti hanno dimostrato più senso di responsabilità di quanto gliene avessimo attribuito.
Alcune considerazioni ritengo tuttavia che debbano farsi, pur sia qualche riflessione in merito a come interpretiamo la scelta del Ministero, e a quali siano le nostre aspettative sull’Esame di Stato.
Possiamo circoscrivere la nostra riflessione, anzi dobbiamo, perché diventerebbe troppo ampia per poterla discutere in questa sede, e ci limiteremo a vedere quali aspettative abbiamo nei confronti della scelta delle materie interne, in particolare dell’altra lingua del curricolo di questo liceo, la lingua inglese.
Si può anzitutto far notare che dal punto di vista didattico tutti i test d’ingresso, tutti i corsi universitari chiedono la conoscenza della lingua inglese, quasi tutti chiedono anche una certificazione, in molte facoltà vi sono annualità insegnate interamente in inglese, e la tendenza è quella dell’internazionalizzazione degli studi, per cui gran parte del curriculum studiorum sarà svolto in inglese.
Un preallenamento a queste circostanza è già previsto nell’ultimo anno della scuola superiore e dall’Esame di Stato. Il progetto CLIL vuole che una materia che non sia inglese venga insegnata in quella lingua e testata all’Esame. Come si può raggiungere questo obiettivo se non lo si affianca allo studio sistematico della lingua e della cultura anglosassone?
Vale la pena ricordare che nello step precedente all’Esame di Stato, l’esame di Scuola Secondaria di Primo Grado, gli studenti affrontano quattro prove scritte proprio per le lingue, che l’inglese viene studiato dalla scuola elementare proprio perché i must della riforma erano e sono informatica e inglese.
Al di fuori, poi, del mondo degli studi, ogni colloquio per qualsiasi incarico, ogni test attitudinale prevede una parte in inglese.
Pensare a una maturità priva della lingua inglese appare quindi perlomeno poco in sintonia con le moderne richieste del mondo degli studi e del mondo del lavoro.
Allargando ancora di più il panorama che si prospetta, oggi nel 2016, l’inglese è ormai diventata una lingua franca, che permette a giapponesi e finlandesi di capirsi, che offre ai giovani neolaureati l’occasione di viaggiare per il mondo, o di avere contatti con molte parti del mondo, di lavorare all’estero, senza correre il rischio di rimanere al palo nei confronti di coetanei del nord Europa.
Togliere inglese tra le materie interne della maturità perde ancora maggiore credibilità. L’inglese è ormai un elemento formante la personalità sociale di un individuo.
Si potrebbe anche aprire la parentesi per cui gli italiani sono poco portati all’apprendimento delle lingue straniere, che in questi anni si è fatto poco per promuovere una nuova metodologia di insegnamento, che non sono stati offerti corsi di aggiornamento se non da enti privati e poco conosciuti alla maggior parte degli insegnanti, fattori che in molti casi penalizzano l’insegnamento/apprendimento di questa lingua, ma che NON devono essere di stallo al momento di decidere quale materie scegliere tra quelle interne. Senza qualche rischio anche la nostra professione perde “smalto”, senso perfino.
Tornando allo spagnolo come materia esterna dell’esame di Stato 2016 ritengo che escludere inglese dalla rosa di quelle interne sia sbagliato didatticamente ed educativamente, e tale sbaglio lo pagano gli studenti.
Si sostiene che il carico di studio sarebbe eccessivo, perché gli studenti dovrebbero studiare due lingue quando il loro corso di studi non è linguistico.
Che non sia linguistico si evince da tutto il curricolo, e quindi le due lingue in questi anni sono state insegnate con un taglio diverso, cosa di cui i commissari sono al corrente o si possono rendere edotti; il fatto piuttosto rappresenta una sfida (anche se le richieste, gli obiettivi di spagnolo sono inferiori a quelli di inglese perché la lingua è stata studiata per meno anni), e sono dell’avviso che le sfide vadano raccolte, che si debba perlomeno imparare ad accoglierle, allenandosi così per la vita futura, quella della responsabilità esistenziale, dove rischi e sfide permetteranno a quelli che oggi sono studenti di diventare uomini e donne. Non è anche questo uno degli obiettivi trasversali più rilevanti del curricolo della secondaria superiore?
Vorrei anche aggiungere che proprio questo indirizzo di studi, il Liceo delle scienze umane a indirizzo economico sociale offre agli studenti molte e bellissime possibilità di affrontare il futuro ben equipaggiati: due lingue e conoscenze e competenze di diritto economia. Un’occasione da non perdere assolutamente.
Il corso di studi stesso, essendo neonato, è davvero una grande piattaforma di sperimentazione, innovazione, rinnovamento che non può fare altro che bene alla scuola italiana.
Che dire poi della vita di ogni giorno, di Internet: privati della conoscenza della lingua inglese ne sfruttiamo una ridicola minima parte.
E non si vuol dire che l’inglese si impara perché è presente alla maturità, no, ma ne viene così sancita la forte presenza nella vita della persona proprio dall’ufficialità dell’esame.
Per queste ragioni è indispensabile che la lingua inglese sia SEMPRE presente all’Esame di Stato, che non se ne possa prescindere.


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